mercoledì 13 agosto 2014

Robin Williams se n'è andato, la depressione no

Robin Williams a quanto pare si sarebbe davvero suicidato. Soffriva di depressione e aveva problemi di alcol e droga. Uno dei miei attori preferiti, che ha sicuramente segnato la mia infanzia e in generale la mia vita con film come Jumanji, Mrs. Doubtfire, Hook, Toys, Al di là dei sogni, L'uomo bicentenario e Patch Adams.


La mia home di Facebook per fortuna era piena di messaggi ricchi di comprensione (anche perché le mie impostazioni nascondono di default stati particolarmente imbecilli), ma è inevitabile entrare comunque a contatto con frasi come queste:

Se l'è cercata.
Chi si suicida è debole.
Non aveva alcun motivo per farlo.
Suicidarsi è da egoisti.

Queste frasi fanno capire come ci sia ancora il forte bisogno di parlare di cosa sia la depressione, una MALATTIA che non può essere curata semplicemente con una pacca sulla spalla e un "ma fattela una risata!". E' un disordine dell'umore che richiede terapia, a volte farmaci, che dipende da fattori esterni ma anche biologici e genetici. Essere depressi non è una colpa, come non lo è suicidarsi, che è invece l'esito di una sofferenza che non augurerei mai a nessuno.
Ecco, quando leggo di persone che si suicidano (che sia Robin Williams, il ragazzino vittima di bullismo o il disoccupato) mi chiedo come si possano esprimere giudizi tanto superficiali su una cosa tanto importante come la vita e la morte di una persona.

Se conoscete qualcuno che soffre di depressione imparate come essere d'aiuto. Non ditegli che gli passerà, come se fosse una cosa da poco, perché non funziona così e la gente continua a morire anche per questo.